A partire dal 2017 è in vigore una riforma delle classi di concorso per insegnare a scuola, ma esattamente di cosa si tratta e cosa è cambiato? La nuova norma ha coinvolto il processo per essere abilitati all’insegnamento e diventare docenti, stabilendo regole chiare e precise. Oggi è possibile sapere con certezza quali sono i requisiti per insegnare in un determinato settore disciplinare.

Chiunque desideri diventare insegnante deve passare attraverso numerosi step: un titolo di studio consono come una laurea triennale o magistrale e specifici crediti formativi per la classe di concorso alla quale desidera essere abilitato. Ovviamente poi ci sono anche differenze in base a livello scolastico per cui si desidera diventare docente appunto. Livelli di istruzione minori richiedono anche minori requisiti d’accesso ai concorsi. In ogni caso è bene conoscere alla perfezione il decreto ministeriale del 2017 che ha cambiato il mondo della scuola stabilendo la riforma delle classi di concorso.

Riforma delle classi di concorso per la scuola: quando è avvenuta?

Come già accennato, la riforma delle classi di concorso per la scuola voluta dal Ministero dell’Istruzione, il Miur, risale al 2017. Già in precedenza erano state introdotte numerose novità. A partire dal 2017 però sono in vigore alcune norme che servono a uniformare la preparazione specifica di tutti i docenti italiani. In questo modo si avrà la certezza che il livello di istruzione sia pari in tutte le scuole della penisola.

Conseguenze della riforma delle classi di concorso per la scuola

La riforma ha stabilito cosa sono le classi di concorso e a cosa servono. Si tratta di un elenco di discipline che il docente potrà insegnare in base a dei requisiti specifici. L’accesso alla classe di concorso più idonea è necessario per partecipare ai concorsi indetti dal Miur e per essere poi inseriti nelle graduatorie. Ogni classe di concorso ha dei requisiti specifici normalmente riassumibili in un titolo di studio idoneo e nel conseguimento di un determinato numero di crediti formativi in ambiti specifici. Per quanto riguarda questi ultimi, bisogna ricordare che molto spesso alcuni titoli di studio già comprendono i CFU necessari. È importante valutare il piano didattico della laurea già conseguita.

Qualora mancassero dei crediti è possibile conseguirli separatamente senza la necessità di ripetere tutto il corso di laurea. Sul sito del Ministero dell’Istruzione è possibile consultare delle tabelle riassuntive suddivise per grado di istruzione e classe di concorso. In questi elenchi sono indicate tutte le discipline esistenti e i requisiti necessari per insegnarle a scuola.

Ogni classe di concorso richiede l’acquisizione di 24 credi ti formativi aggiuntivi a cui poi vanno sommati altri CFU in base alla classe stessa. I 24 crediti devono essere conseguiti in discipline specifiche: antropologia, psicologia, pedagogia e metodologia didattica. In base poi alla classe di concorso cui si vuole accedere sarà necessario conseguire ulteriori crediti specifici. Il modo migliore per identificare gli step necessari all’accesso è quello di rivolgersi a enti formativi accreditati capaci di produrre un percorso di studio realizzato in base ai tuoi obiettivi. Dopo aver identificato la classe di concorso cui vuoi partecipare, l’ente formativo stabilirà quali crediti sono strettamente necessari.